martedì 1 maggio 2012

Si sta come l'inquilino del terzo piano nella casa dalle finestre che ridono.

Il trasloco nella nuova casa è stato rapido e indolore: come insegna la vita, di fronte ai punti cruciali la soluzione sta nella risposta alla domanda "Cosa farebbe Paris Hilton al mio posto?". Ho preso un taxi e ci ho messo venti minuti. Da Neukolln a Prenzlauerberg: per i profani, PBerg è il quartiere in cui il numero di pargoli sgravati è inversamente proporzionale alla massa adiposa delle madri perfettamente pettinate, è la Silicon Allee, giuro che viene chiamata veramente così, della città e, in linea con la scarsa megalomania tedesca, dell'Europa intera ed è dove c'è l'incommentabile Mauer Park. Scrivo questo post in più giorni e oltre a ribadire che gli editor e online e via app di Blogger facciano veramente cagare, vivere a PBerg non sembra essere così male. Sarà la legge del contrappasso o quella della pigrizia: passeggiare venti minuti la mattina con una club mate in mano fotografando le peggio finestre del quartiere, che pullulano di pelouche così tristi che a confronto il sehnsucht è adrenalina pura, alla fine rincuora. Sono successe tante cose in questi giorni, ma le riassumerò così: i posti queer sono i migliori sempre, le biciclette devono morire, i parrucchieri turchi hanno soppiantato nel mio cuore i cinesi di Sarpi, voglio fare un viaggio a Tel Aviv, non bevo caffè ma in compenso tra Cola Zero e Club Mate il livello di caffeina non scende, faccio colpo sui ragazzi con le sopracciglia rifatte, torno in Italia a fine mese, ho preso delle creepers da H&M, col cazzo che torno in Italia, se ce l'ha fatta la Dello Russo ce la possiamo fare tutti, non capisco più un cazzo e Jessica Simpson ha finalmente partorito. Tutto il resto è noia o carboidrati.