sabato 14 aprile 2012

Cronache berlinesi #1: la casa

Offrire casa a Berlino dovrebbe essere annoverato tra i lavori di cui vantarsi in città come il decantare poesie in aramaico in bar arredati coi mobili rubati all'AMSA o il trascorrere la propria esistenza tra caffè e performance artistiche di gatti investiti di latrati nella notte e altri concept, che solo Brondi e FBYC saprebbero sintetizzare bene, cercando uno stronzo a cui affittare una stanza e campare così tranquillamente in attesa del vernissage successivo.
Anche cercare casa a Berlino dovrebbe essere considerato un lavoro, se non fosse che lo stronzo dall'altra parte, quello che cerca casa disperatamente, sei tu.
Dato come partito preso l'azzeramento di qualsiasi aspettativa, sia di casa che di coinquilini, e fermo restando che i berlinesi non lavorano ma campano di hobbies, preparatevi a venire risucchiati in un universo parallelo il cui centro di gravità permanente sei tu, lo stronzo che cerca casa.
Disclaimer: la continua iterazione del termine stronzo viene data dalla frustrazione dell'adeguare il proprio humour al politically correct che qui permea tutto e ti fa sentire pure in colpa durante il mestruo. Dicevo.
A Berlino per trovare casa ci sono dei veri e propri casting: ho sentito di cene in cui devi dimostrare di essere la persona più simpatica del mondo per l'affitto di un mese, salvo poi pisciare nel lavandino da sbronzo, ad altre cose che ho rimosso perché sinceramente ho detto no a questa semantica del cool e della figanezz, che hai 30 anni e magari ci si può comportare da persone civili e non da simulacri di Antoine Doinel. Come quella volta che per un lavoro online una start-up con sede indovina dove mi chiese di girare un video in cui mi presento e mostro Milano e io risposi no, avete già tutto e finì che mi chiamarono lo stesso ma poi ero a Tokyo, non se ne fece più niente blahblah e che palle secondo voi dovere scendere a ste stronzate qua.
Dicevamo.
Trovare casa a Berlino sembra essere la cosa più difficile del mondo. Lasciamo perdere il fatto che gli affitti siano schizzati in maniera allucinante grazie a quel processo di gentrification tanto caro alla Canalis in quel di Sanremo2011 e al fatto che un berlinese ci vuole campare col vostro affitto per mantenere una vita di grandi dibattiti filosofici sul mondo e di discussioni da massaie isteriche su quale detersivo inquini di meno e quale multinazionale non speculi sui cuccioli di foca e. Qualcuno dirà: ma tu hai trovato casa subito. Certo se non vi schifa stare in una casa con la doccia in cucina, perché la casa è pura architettura socialista (per gli ignari: i bagni erano in comune ed erano in cortile), con un gatto e con una femminista riot girl vegana che fino a qualche giorno fa aveva pure i baffi e che ci rimarrei a vita se non tornasse il suo coinquilino.
Dicevo.
Sto nuovamente cercando casa. Devo ammettere che ho rifiutato alcune opzioni che prevedevano itinerari più lunghi di un Milano-Berlino e ritorno in giornata. Che volete: si sta come la gentrification, solo che a una certa diventi una figa di legno. In ogni caso, le proposte sinora:
- una casa con due cani, un husky e un cane cieco. Sono senza un dio, ma l'opzione cane cieco fa molto ridere. Due cani sono insopportabili per qualsiasi essere umano, ma ok. Niente da fare, casa già assegnata.
- una casa fighetta con due tedeschi che si ostinano a scrivermi in tedesco nonostante decantino la conoscenza dell'inglese. 20 mail per un appuntamento, tono perentorio sempre da caro vecchio zio Adolf. (scordatevi le battute su egli. Gli unici conoscenti che le fanno qui sono ebrei che vanno alle manifestazioni no global e gli olandesi.)
- un artista che si dichiara artista ma parlandoci ha rivelato dello humour inglese, quindi potrebbe essere un ottimo coinquilino.
- il ponte di schlesisches tor che non ho ancora imparato a scrivere che per ora si rivela l'opzione più appetibile
- un negro simpatia che purtroppo abita al di fuori di qualsiasi cosa raggiungibile.

Quanto vorrei i kebabbari turchi su wg-gesucht.

Nessun commento:

Posta un commento